Fiat 1100 E Musone – ritrovamento 2020
Sembra il sogno di ogni appassionato: il cosiddetto „Scheunenfund“ cioè il ritrovamento di una vettura
d’epoca in un fienile. Si legge di questi eventi sempre più rari, ma viverlo di persona è assolutamente emozionante. Il
pensiero va a chi la vettura l’ha acquistata, utilizzata, messa via con cura; e anche a chi negli anni successivi si
occupava di avviarla e tenerla in efficienza. Ma il Tempo ha sempre il sopravvento: questa volta con uno spiraglio che
ha reso possibile la storia qui raccontata.
12 settembre 2020 Raduno SMVC Ticino, Bellinzona
Una gentile signora avvicina la nostra segretaria Paola e riferisce di avere un’auto degli anni ’50 appartenuta a suo
nonno, abbandonata da alcuni decenni in una cascina nella Riviera. Dalla descrizione sommaria riportata il presidente
(chi scrive) intuisce che potrebbe trattarsi di una Fiat 1100 „Musone“, così soprannominata per la caratteristica
calandra prominente. La signora invia poi alcune fotografie della parte posteriore, dove si intravedono le maniglie delle
portiere ad armadio. E‘ proprio lei, la 1100 E – Musone !
22 settembre 2020
Paola e Marco ispezionano la vettura, che appare intera, completa e senza corrosione passante. La carrozzeria azzurra
mostra i segni del tempo, ma è in buono stato, compresa la scocca. L’interno in skay rosso con sedili tipo scozzese è
pure in buono stato. L’usura dei comandi e del pavimento mostra che la vettura è stata usata a lungo. Le guarnizioni in
gomma sono intere, quelle in schiuma sono tornate allo stato della materia prima (colate). Il contachilometri segna
63’000, Marco pensa che abbia già fatto un giro.
26 settembre 2020
Nuova ispezione con Fiorenzo Bollati, socio SMVC e meccanico ispettore FIVA. Si concorda di tirar fuori il veicolo
dalla cascina, poi si valuterà se un restauro valga la pena. In base ad un vago ricordo, Marco fa alcune ricerche, e
scopre che la versione camionetta della Musone (la 1100 ELR) era la vettura di Peppone, nel film di Giovannino
Guareschi „Don Camillo Monsignore ma non troppo“ del 1961. La cosa si fa intrigante.
24 ottobre 2020
In presenza di un piccolo pubblico entusiasta, e persino di un cineasta (Tiziano Klein) la vettura viene estratta dalla
cascina, gonfiate le gomme e caricata sul rimorchio alla volta di Riazzino, nel garage di Fiorenzo. Lì saranno valutati gli
organi meccanici e lo stato effettivo. L’idea di Marco sarebbe di rimettere se possibile la vettura in strada, senza
tuttavia farla diventare nuova: uno stravolgimento non in linea con l’età e il carattere di questo bene culturale.
Nelle fasi di estrazione l’emozione cresce: spingendola e mettendoci le mani ci si accorge che le lamiere sono solide,
la meccanica oltremodo semplice e robusta, i componenti ci sono tutti. Non è tanto il modello – piuttosto popolare – a
creare tensione, ma il valore storico e culturale che questo rappresenta. Non è forse la vettura per collezionisti, ma
esprime certamente un valore per la storia della nostra gente. Una vettura onesta. Marco ne parla con suo padre, che
ricorda di averne avuta una per qualche tempo, poi venduta per trecento franchi: „la scanchignàva dapartütt parchè la
gh’eva mia ul telàr di pòrt“. Scricchiolava dappertutto perché non aveva il montante centrale tra le portiere.
L’apertura ad armadio, ancora oggi una prerogativa di poche vetture: ai tempi adottata solo dalla Lancia e forse pochi
altri costruttori.
Cosa farne
Fiorenzo ritiene che non sia economicamente conveniente intraprendere un restauro professionale, anche solo
parziale. Per cui è necessario decidere cosa farne: l’ipotesi più gettonata sembrerebbe quella di metterla all’asta con
un prezzo di base che copra almeno le spese di recupero.
Il comitato decide di informare i soci SMVC Ticino per sondare un eventuale interesse.
Per informazioni: ticino@smvc.ch oppure Marco 079 365 54 02