Schlagwort-Archive: Marco Bernasconi

20.06.2021 – SMVC TI, Breggia Museo del Cemento

Il cemento: legante degli interessi associativi

Finalmente la prima uscita 2021 ha avuto luogo il 20 giugno nel bellissimo contesto delle
Gole della Breggia, precisamente nella ex fabbrica di Cemento Saceba, le cui strutture
sono state ripulite e messe in sicurezza alcuni anni orsono dalla proprietaria Holcim AG, che ha poi ceduto il museo al Cantone. Un bell’esempio di archeologia industriale ticinese.
Dopo un percorso stradale di ca. 1 ora sulle rive del Ceresio, i partecipanti hanno potuto visitare le gallerie di estrazione del biancone – la materia prima minerale – e le strutture annesse, tra cui la torre dei forni in cui si è tenuto il pranzo etnico e l’assemblea ordinaria. Un’atmosfera di allegria e unità tra i membri e gli accompagnatori, alcuni dei quali hanno scelto di aderire all’associazione, ha caratterizzato la giornata contrassegnata da un sole a tratti velato. Giornata finita appena in tempo, prima di un violento temporale che verso le 17.00 si è abbattuto sulla regione.

Reportage : PDF
Immagini: Link

 

 

 

03.2021 – SMVC TI, MERCEDES-BENZ 170 S 1951

DINO CASARI attivissimo pensionato bellinzonese, ha vissuto tanti anni a Zurigo ed è socio di vecchia data del nostro Club. Per motivi legati al luogo di domicilio, spesso partecipava a manifestazioni organizzate dalle sezioni d’Oltralpe. Ora è rientrato a Bellinzona, dove speriamo di poter ammirare la sua bellissima Mercedes dal vivo.

“La mia passione per le veterane ebbe origine nel febbraio 1963 presso la scuola reclute
nelle truppe motorizzate a Thun, dove mi fu assegnata una moto Condor A580 del ’51 (di cui
conservo un esemplare) e poi una Jeep Willys del ’48, fino alla fine della Scuola allo scoccare
dei miei 20 anni. Subito dopo ebbi l’occasione di acquistare un VW Brezel del ’51 e poi altre
vetture più o meno attempate, fin che scorsi una vecchia Mercedes nera parcheggiata presso
un garage Volvo a Frick (AG). Al telefono il garagista mi disse che la Mercedes era di un
cliente che aveva acquistato una Volvo, e mi mise gentilmente in contatto. E fu così che mi
portai a casa quella che sarebbe diventata un pezzo di storia: mia e della Mercedes. L’amico
Piergiorgio Nessi – già membro della commissione tecnica SMVC – mi diede il miglior
consiglio: restaurarla alla perfezione con pezzi originali. Finito il restauro e collaudata la
vettura mandai una foto al precedente proprietario che mi ringraziò incredulo del risultato, e
mi augurò tante soddisfazioni con il nuovo gioiello. Ancora oggi sono molto orgoglioso di aver
salvato questa preziosa testimonianza: la Mercedes Benz 170 S del 1951.“

Storia & Tecnica
Erano gli anni antecedenti la seconda guerra mondiale, quando alla Fiera di Berlino del 1936 fu presentato il modello W136, nome commerciale Mercedes Benz 170 V: la lettera V stava ad indicare la posizione anteriore del motore (vorn) a differenza dei modelli H (heck, con motore posteriore simili al VW Maggiolino) prodotti fino al ’39. La linea aveva perso le forme verticali dei precedenti modelli V a favore di un muso più slanciato con calandra e parabrezza inclinati. Non era un’auto di lusso, ma si adattava perfettamente ai gusti di quel periodo, e il successo non si fece attendere. Fu declinata in moltissime versioni e varianti di carrozzeria e utilizzata per scopi civili, militari e commerciali nelle versioni Limousine, Cabriolet, Pick-up e Furgone, per una produzione totale di oltre 230’000 esemplari. Fu l’unico modello ad essere
riproposto anche dopo la fine del conflitto e prodotto fino al 1953, anno in cui venne lanciata la più moderna 180 con carrozzeria Ponton. La nostra vettura è la versione più lussuosa 170 S (Sonderklasse) proposta dal 1949 al ’51 con telaio incrociato a profili ovali, carreggiate e freni maggiorati così come il bagagliaio. Il motore 1767 cm3 a valvole laterali era un’evoluzione del precedente 1.6, con 52 CV e velocità massima di 122 km/h. La vettura è stata restaurata allo stato originale e così conservata, con freni idraulici a tamburo e pneumatici diagonali, nonché la radio Becker AR 5065/170S montata nella sede originale, pesante quasi 8 kg!

© SMVC 2021 Marco Bernasconi

 

 

02.2021 – SMVC TI, Due vite a tutta birra

„Nel giugno del 1939 ANNEMARIE SCHWARZENBACH ed ELLA MAILLART partono a bordo di una Ford Roadster
Deluxe 18 cavalli dalla Svizzera verso l’Afghanistan. Le due donne non si conoscono molto, entrambe però vedono in
questo viaggio la possibilità di entrare in contatto con un mondo diverso, non troppo contaminato dalle logiche occidentali
del progresso e del profitto“

Scarica PDF

01.2021 – SMVC TI, VEICOLI ELETTRICI & IBRIDI: UN PO’DI CHIAREZZA

IL TEMA è di grande attualità, e suscita emozioni e reazioni contrastanti, soprattutto tra gli appassionati di Oldtimer. Apparentemente questi si dividono tra chi ritiene insostituibile il veicolo tradizionale e chi lo considera ormai una testimonianza del passato. Ognuno ha le proprie motivazioni, che sono quelle che tengono unito il nostro Club. Taluni considerano i veicoli elettrici (o altre tecnologie) come un tabù, altri hanno un approccio soft senza troppi entusiasmi. Poi ci sono quelli che già guidano questi mezzi e non intendono più farne a meno. Spesso il pensiero va al prezzo del veicolo, apparentemente superiore a quello di un mezzo tradizionale. Senza dubbio c’è molta disinformazione.

Scarica PDF

 

01.2021 – SMVC TI, Porsche 914-6 GT

914-6 GT – 1970 …“icona fin dalla nascita“…

Scarica PDF

GIANFRANCO CHRISTEN classe 1944, attento e competente socio SMVC Ticino dal 2010, maestro meccanico in pensione,
già capo della commissione d’esami e tuttora membro della Commissione federale per meccanici diagnostici, è un vero
intenditore: negli anni ’60 fu impiegato nella fabbrica Porsche a Stoccarda dapprima nel reparto riparazioni poi nel
reparto corse per la clientela. La sua vettura è un modello speciale da lui modificato e omologato con componenti
originali della Casa, che aveva prodotto questa serie in pochissimi esemplari per le competizioni.

„Già in età scolastica ero sempre alla ricerca di documentazione, modellini e tutto ciò che
riguardava la Casa di Stoccarda, della quale seguivo trepidante l’evoluzione. Nel 1970 realizzai il
mio sogno con l’acquisto di una VW-Porsche 1.7 da 80 CV: a quel tempo una vera novità. Ma
l’idea fissa era di possedere una vettura interamente Porsche, ed ero impaziente per l’uscita sul
mercato del modello 6 cilindri (frazionamento allora poco diffuso); dopo pazienti ricerche per
conto di un amico, trovai a Berna la vettura con ca. 16’000 km. Scoprii poi che la vettura era stata
importata nel 1970 in versione di serie (110 CV) ed esposta al Salone di Ginevra presso lo stand
Porsche.

Conoscendo l’amico sapevo bene che avrebbe rinunciato molto presto, per cui stabilimmo un patto: il mio aiuto nella
ricerca e nei consigli in cambio della cessione al sottoscritto al momento della separazione. E così fu: nel giugno 1972
acquistai la vettura con 19’000 km, e nel ’73 la trasformai nel modello GT con pezzi originali e omologazione di fabbrica.“

L’OBLIO. „Dopo un decennio di soddisfazioni, nel 1984 al rientro da una gara a Le Castellet con il Porsche Club Ticino (di
cui sono membro fondatore) inspiegabilmente misi l’auto su 4 cavalletti e lì rimase 20 anni, fino al 2004 quando mia
moglie e mia figlia mi convinsero a rimetterla in funzione. Ed è così che decisi – dopo 34 anni dalla prima entrata in
circolazione – di restaurarla completamente.“ Nei 4 anni successivi la vettura fu smontata in ogni minimo dettaglio:
carrozzeria, motore, cambio, sospensioni, sterzo, freni ecc. furono revisionati sotto la guida del maestro meccanico di
casa Porsche. La macchina doveva diventare come piace a lui, cioè perfetta. Naturalmente omologata FIVA. Da allora
Gianfranco viaggia regolarmente con la sua 914-6 GT per uscite con amici e di Club. A fine stagione pulizia totale, telaio e
motore, serbatoio pieno, finestrini leggermente aperti e aumento della pressione pneumatici: con un avviamento mensile
la macchina è pronta per la primavera successiva.

Storia & Tecnica
La carrozzeria Targa bassa e anticonvenzionale è quella della Volkswagen-Porsche ideata a metà degli anni ’60 per
sostituire l’altrettanto originale VW Karmann Ghia, già declinata nelle versioni 14 (sigla Typ1 Maggiolino, variante 4) e 34;
dal canto suo Porsche era interessata a sostituire la 912 con un modello relativamente economico. La sigla 914 si
potrebbe così interpretare come acronimo della 912 variante 4. Le due Case si accordarono per costruire una vettura che
potesse accogliere sia una meccanica VW che una Porsche; quest’ultima si incaricò di progettare telaio e sospensioni,
mentre la carrozzeria fu disegnata e poi assemblata da Karmann. Il posizionamento di mercato non proprio univoco
indusse il pubblico a qualche ironia, da cui il soprannome „Volks-Porsche“ (Porsche popolare); malgrado ciò la produzione
totale del modello in tutte le versioni e motorizzazioni superò le 118’000 unità, di cui oltre 70% esportati negli Stati Uniti. Su
alcuni esemplari furono montati motori più potenti – addirittura un 8 cilindri boxer – poi abbandonati per non entrare in
concorrenza con la 911. Il modello di questa pagina dispone del motore centrale 1991 cm3 6 cilindri boxer da 160 CV
potenziato grazie a componenti della 911S, cambio a 5 marce, carreggiata e carrozzeria allargate, freni a disco ventilati,
stabilizzatore posteriore, roll-bar interno e cerchi Fuchs con pneumatici Pirelli CN36, quelli posteriori maggiorati.
GIANFRANCO CHRISTEN classe 1944, attento e competente socio SMVC Ticino dal 2010, maestro meccanico in pensione,
già capo della commissione d’esami e tuttora membro della Commissione federale per meccanici diagnostici, è un vero
intenditore: negli anni ’60 fu impiegato nella fabbrica Porsche a Stoccarda dapprima nel reparto riparazioni poi nel
reparto corse per la clientela. La sua vettura è un modello speciale da lui modificato e omologato con componenti
originali della Casa, che aveva prodotto questa serie in pochissimi esemplari per le competizioni.
914-6 GT – 1970 …“icona fin dalla nascita“…
Conoscendo l’amico sapevo bene che avrebbe rinunciato molto presto, per cui stabilimmo un patto: il mio aiuto nella
ricerca e nei consigli in cambio della cessione al sottoscritto al momento della separazione. E così fu: nel giugno 1972
acquistai la vettura con 19’000 km, e nel ’73 la trasformai nel modello GT con pezzi originali e omologazione di fabbrica.“

NEL CLUB. „E‘ piacevole trovare persone con cui condividere la passione e viaggiare con vetture d’altri tempi. Oltre SMVC
sono membro del Club 914 Schweiz, con il quale partecipo a raduni internazionali, con molte vetture provenienti da Paesi
lontani (annualmente ca. 110 – 160 vetture) in qualche caso addirittura dal Giappone.“

© SMVC 2021       Marco Bernasconi

 

 

12.2020 – SMVC TI, Agente 007 e automobili

 

AGENTE 007: Licenza di… condurre                                                                         idea e contributi di Cecilia Nussbaumer

Scarica PDF

La recente scomparsa dell’attore britannico Sean Connery, famoso per essere stato il primo ad interpretare James Bond nella fortunata serie cinematografica, ci ha dato lo spunto per ricordare alcune delle auto più iconiche guidate dall’agente 007 nel corso degli anni.

 

Il primo film esce nel 1962 ed è intitolato “LICENZA DI UCCIDERE” (titolo originale: DR.NO) dove un giovane Connery recita a fianco della nostra diva nazionale Ursula Andress (chi non ricorda la scena in cui esce dal mare indossando un bikini bianco e porta un coltello nella cintura?). L’auto ovviamente non può che essere British: una SUNBEAM ALPINE ROADSTER, modello costruito tra il 1959 al 1968 dalla casa automobilistica Rootes, con motore 1,6 litri da 80 CV. Nel film successivo (1963) “DALLA RUSSIA CON AMORE” l’auto di Bond porta un prestigioso marchio: si tratta di una BENTLEY 3 ½ LITRE del 1935: il primo modello dotato dei gadget inventati da “Q” per aiutare 007 a togliersi dai guai, tra i quali un telefono portatile.

Nato nel 1930 a Edimburgo da famiglia modesta, esercitò vari mestieri come il bagnino, lavapiatti, muratore, la guardia del corpo, per poi farsi notare come modello e iniziare una carriera teatrale all’inizio degli anni ’50. Ha interpretato decine di film di grande successo tra i quali HIGHLANDER, IL NOME DELLA ROSA, CACCIA A OTTOBRE ROSSO, GLI INTOCCABILI ecc. che gli valsero tra gli altri un premio Oscar e tre Golden Globe. Per chi ha superato gli „anta“ da qualche lustro è stato e sarà l’unico vero James Bond – agente 007. Sean Connery è morto a Nassau il 31 ottobre 2020, alla veneranda età di 90 anni.

L’icona per eccellenza dei film di James Bond è la ASTON MARTIN DB5 utilizzata per la prima volta in “Goldfinger” del 1964 e in altri successivi 6 film. Si tratta di una evoluzione della DB4, con un motore 4,0 litri, sei cilindri da 280 CV capace di lanciarla a 240 km/h. Molte automobili di prestigio hanno caratterizzato i film di James Bond, interpretati anche da altri attori tra i quali il britannico Roger Moore e le affascinanti Bond girls, una delle quali al volante della famosa FORD MUSTANG sul passo del Furka in „GOLDFINGER“ del 1964; vale ricordare anche la TOYOTA 2000 GT (2 soli esemplari costruiti) in „SI VIVE SOLO DUE VOLTE“ del ’67, o ancora la FORD MUSTANG MACH 1 in „UNA CASCATA DI DIAMANTI“ del ’71. Ma anche altre britanniche come la ASTON MARTIN DBS, o la LOTUS ESPRIT S1 addirittura in versione sottomarino in „LA SPIA CHE MI AMAVA“ del 1977. Nei film più recenti si sono poi viste macchine sportive e di prestigio come BMW Z3 E Z8, FERRARI 355, e ancora ASTON MARTIN, che però non hanno il fascino delle British „originali“.

 

© SMVC 2020                                                                 Marco Bernasconi

 

 

 

 

11.2020 – SMVC TI, Fiat 1100 E Musone – ritrovamento 2020

Fiat 1100 E Musone – ritrovamento 2020

Scarica PDF

Sembra il sogno di ogni appassionato: il cosiddetto „Scheunenfund“ cioè il ritrovamento di una vettura
d’epoca in un fienile. Si legge di questi eventi sempre più rari, ma viverlo di persona è assolutamente emozionante. Il
pensiero va a chi la vettura l’ha acquistata, utilizzata, messa via con cura; e anche a chi negli anni successivi si
occupava di avviarla e tenerla in efficienza. Ma il Tempo ha sempre il sopravvento: questa volta con uno spiraglio che
ha reso possibile la storia qui raccontata.

12 settembre 2020 Raduno SMVC Ticino, Bellinzona
Una gentile signora avvicina la nostra segretaria Paola e riferisce di avere un’auto degli anni ’50 appartenuta a suo
nonno, abbandonata da alcuni decenni in una cascina nella Riviera. Dalla descrizione sommaria riportata il presidente
(chi scrive) intuisce che potrebbe trattarsi di una Fiat 1100 „Musone“, così soprannominata per la caratteristica
calandra prominente. La signora invia poi alcune fotografie della parte posteriore, dove si intravedono le maniglie delle
portiere ad armadio. E‘ proprio lei, la 1100 E – Musone !

22 settembre 2020
Paola e Marco ispezionano la vettura, che appare intera, completa e senza corrosione passante. La carrozzeria azzurra
mostra i segni del tempo, ma è in buono stato, compresa la scocca. L’interno in skay rosso con sedili tipo scozzese è
pure in buono stato. L’usura dei comandi e del pavimento mostra che la vettura è stata usata a lungo. Le guarnizioni in
gomma sono intere, quelle in schiuma sono tornate allo stato della materia prima (colate). Il contachilometri segna
63’000, Marco pensa che abbia già fatto un giro.

26 settembre 2020
Nuova ispezione con Fiorenzo Bollati, socio SMVC e meccanico ispettore FIVA. Si concorda di tirar fuori il veicolo
dalla cascina, poi si valuterà se un restauro valga la pena. In base ad un vago ricordo, Marco fa alcune ricerche, e
scopre che la versione camionetta della Musone (la 1100 ELR) era la vettura di Peppone, nel film di Giovannino
Guareschi „Don Camillo Monsignore ma non troppo“ del 1961. La cosa si fa intrigante.

24 ottobre 2020
In presenza di un piccolo pubblico entusiasta, e persino di un cineasta (Tiziano Klein) la vettura viene estratta dalla
cascina, gonfiate le gomme e caricata sul rimorchio alla volta di Riazzino, nel garage di Fiorenzo. Lì saranno valutati gli
organi meccanici e lo stato effettivo. L’idea di Marco sarebbe di rimettere se possibile la vettura in strada, senza
tuttavia farla diventare nuova: uno stravolgimento non in linea con l’età e il carattere di questo bene culturale.
Nelle fasi di estrazione l’emozione cresce: spingendola e mettendoci le mani ci si accorge che le lamiere sono solide,
la meccanica oltremodo semplice e robusta, i componenti ci sono tutti. Non è tanto il modello – piuttosto popolare – a
creare tensione, ma il valore storico e culturale che questo rappresenta. Non è forse la vettura per collezionisti, ma
esprime certamente un valore per la storia della nostra gente. Una vettura onesta. Marco ne parla con suo padre, che
ricorda di averne avuta una per qualche tempo, poi venduta per trecento franchi: „la scanchignàva dapartütt parchè la
gh’eva mia ul telàr di pòrt“. Scricchiolava dappertutto perché non aveva il montante centrale tra le portiere.
L’apertura ad armadio, ancora oggi una prerogativa di poche vetture: ai tempi adottata solo dalla Lancia e forse pochi
altri costruttori.

Cosa farne
Fiorenzo ritiene che non sia economicamente conveniente intraprendere un restauro professionale, anche solo
parziale. Per cui è necessario decidere cosa farne: l’ipotesi più gettonata sembrerebbe quella di metterla all’asta con
un prezzo di base che copra almeno le spese di recupero.
Il comitato decide di informare i soci SMVC Ticino per sondare un eventuale interesse.

Per informazioni: ticino@smvc.ch oppure Marco 079 365 54 02

 

11.10.2020 – SMVC TI, Castagnata

Vallemaggia – uno scrigno da scoprire
Scarica PDF

Castagnata di domenica 11 ottobre: ancora una giornata soleggiata, come ormai d’abitudine in occasione delle nostre uscite, anche se le temperature autunnali si son fatte sentire. Un gruppo di veicoli d’epoca partito dalla sede di Rivera, altri hanno raggiunto  direttamente Gordevio. Una sessantina di partecipanti hanno potuto visitare l’officina dell’amico e collega di studio del nostro socio Mario Mirolo, l’ingegnere meccanico Erich Schwaller: un vero costruttore di automobili e componenti. Nella sua officina abbiamo scoperto prototipi, modelli unici, lavorazioni semi-artigianali (l’attrezzatura e il knowhow sono di prim’ordine) ed ascoltare le sue esperienze in carriera. Un distaccamento prevalentemente composto da signore, meno interessate alla meccanica, hanno visitato l’atelier dell’artista Guido Caminada, scultore e pittore a Gordevio: visita gentilmente organizzata da Diana Mirolo. Insomma: la Vallemaggia, uno scrigno culturale – e non solo – tutto da scoprire. Il pomeriggio si è poi concluso con uno spuntino a base di salumi, formaggi e vini locali al Grotto Mai Morire di Avegno, il tutto accompagnato dalle immancabili castagne arrostite.

Il prossimo appuntamento – situazione sanitaria permettendo – sarà la cena di fine anno fissata per il sabato 28 novembre. L‘ invito sarà inviato a tempo debito. Intanto auguriamo a tutti buona salute !


Reportage: Marco Bernasconi
Immagini: P. Magni, B. Aschwanden, M. Bernasconi

09.2020 – SMVC TI, Raduno Reportage

Raduno 2020

Scarica PDF

Due giornate baciate dal sole nella piazza ad esso intitolata, dove i veicoli storici in bella mostra han fatto la gioia del pubblico; e poi all’ombra del grottino per il pranzo, le straordinarie visite della città vecchia, la mostra e la cena nel Castello di Sasso Corbaro – o Castello di Unterwalden, come ci ha ben spiegato il Sindaco giunto per un gradito quanto simpatico saluto. Una prima giornata intensa di emozioni, come pure la seconda con il rally di orientamento e regolarità dove tutti gli equipaggi si sono confrontati in amichevole competizione, in un clima gioviale e allegro.

Senza dimenticare le ottime offerte culinarie ed enologiche, culminate con la cena al Castello e il pranzo di chiusura in azienda vinicola, in mezzo ai vigneti in piena  vendemmia.  Tutto questo è stato il Raduno 2020 organizzato da SMVC Sezione Ticino con il proprio team dinamico e preciso, per uno svolgimento senza intoppi.

Un grande ringraziamento va a tutti i partecipanti giunti dal Ticino e Oltralpe, che hanno rinnovato la loro fiducia nelle nostre manifestazioni promettendo di rivederci l’anno prossimo. E a tutti coloro – soci, autorità ed esercenti – che hanno collaborato e sostenuto l’organizzazione, partita con mesi d’anticipo e sviluppata in mezzo alle mille incertezze di ordine sanitario che hanno caratterizzato questo anno anomalo.

Il Comitato Ticino augura a tutti buona salute e di rivederci presto !

Zwei Tage von der Sonne geküsst auf dem nach ihm benannten Platz, wo sich die Öffentlichkeit an den ausgestellten historischen Fahrzeugen erfreuten, dann weiter in ein schattenspendendes Grotto zum Mittagessen, die einzigartige Besuche der Altstadt und der Ausstellung sowie das Abendessen im Schloss Sasso Corbaro – oder Schloss Unterwalden, wie der Bürgermeister uns gut erklärte, der zu unserer Freude uns begrüsste und Willkommen heisste. Ein intensiver erster Tag voller Emotionen sowie der zweite mit der Orientierungs- und Regularitätsrallye, bei der alle Mannschaften in einer fröhlichen Atmosphäre an einem Freundschaftswettbewerb teilnahmen.

Ohne die hervorragenden kulinarischen und önologischen Angebote zu vergessen, gipfelt das Abendessen im Schloss und das abschliessende Mittagessen im Bauernhaus inmitten der Weinberge in voller Ernte. All dies war das Rallye 2020, das von der SMVC-Sektion Tessin mit ihrem dynamischen und präzisen Team für einen reibungslosen Ablauf organisiert wurde.

Ein grosses Dankeschön geht an alle Teilnehmer aus dem Tessin und Deutsche Schweiz , die ihr Vertrauen in unsere Veranstaltungen erneuert haben, indem sie versprochen haben, uns nächstes Jahr wiederzusehen. Und all jenen – Mitgliedern, Behörden und Betreibern – die mit der Organisation zusammengearbeitet und sie unterstützt haben, die Monate im Voraus begann und sich inmitten der tausend gesundheitlichen Unsicherheiten entwickelte, die dieses abnormale Jahr charakterisierten.

Der Tessiner Vorstand wünscht Ihnen allen gute Gesundheit und bis bald!

 

 

 

 

 

 

 

2020-07 SMVC TI Crono Luzzone Reportage

19 luglio 2020 – salita di regolarità del Luzzone

Scarica PDF

Anche quest’anno il Circolo del Pistone ha organizzato la consueta cronoscalata spostando il percorso dalla Tremola alla diga di Luzzone. In partenza da Ghirone gli equipaggi hanno tagliato il traguardo presso lo sbarramento idroelettrico poco prima di mezzogiorno, giusto in tempo per gustare un buon pranzo in allegra compagnia presso il ristorante da Angela.
Presenti numerosi soci SMVC che hanno potuto ritrovare piacevoli amicizie e contatti. Un grazie a Libero Milesi, intramontabile presidente del Pistone, e alla sua equipe capitanata dall’altrettanto
inossidabile amico Gianni De Pascalis, presidente del Gruppo Auto Storiche Cantù.